NO alla Capitozzatura

NO alla Capitozzatura

La Capitozzatura è una pratica che distrugge il sistema albero!

Definire la capitozzata non è affatto semplice, esistono dei limiti di taglio oltre i quali sconfiniamo in tale pratica; Generalmente parliamo di un limite massimo di taglio di 1/10 rispetto al diametro del tronco (questo vale più per la capacità di rimarginare le ferite) o anche di asportazione della chioma oltre il 40%. Qualsiasi tipo di potatura reca delle ferite all’albero, questo è inevitabile; Ovviamente non possiamo stabilire regole matematiche, essendo ogni albero diverso in quanto essere vivente. Iniziamo con il dire che la CAPITOZZATURA non è assolutamente un tipo di potatura ma una MUTILAZIONE dell’albero; Il problema è si la grandezza del taglio e l’asportazione di un eccessiva quantità di foglie, ma anche la rimozione degli apici (le parti terminali dei rami) che comporta un forte squilibrio ormonale e strutturale.

Non possiamo pensare di bilanciare un albero togliendo energia, niente si bilancia togliendo energia, questo causa solo un disordine nel sistema. Le foglie sono per l’albero energia, è dalle foglie che si crea il nutrimento per le radici; Ogni parte dell’albero è collegata a tutte le altre, intervenendo drasticamente sulla chioma automaticamente indeboliamo le radici, inoltre i rami funzionano come ammortizzatori per il tronco sotto l’effetto del vento e senza rami avremo maggiori vibrazioni sul tronco e di conseguenza maggiori vibrazioni sulle radici, rendendo la struttura molto pericolosa. I grandi tagli saranno aggrediti da batteri e funghi che di conseguenza porteranno a marciumi e carie interne con cui la pianta dovrà combattere, in caso riesca a sopravvivere, per il resto della vita (ricordo che l’albero ripara alle ferite con legno nuovo ma non guarisce). Per sopravvivenza l’albero ricaccerà rami nuovi, ma lo farà sfruttando molte energie di scorta e soprattutto svilupperanno partendo da gemme dormienti (ovvero sotto corteccia). Questi cosiddetti succhioni o polloni indicano una forte situazione di stress e oltre a raggiungere altezze maggiori della precedente vegetazione, avranno punti di inserimento sul tronco molto deboli e cosi molto più facili da spezzare. Altra problematica riguarda le foglie che, per contrastare la mancanza, svilupperanno più grandi e cariche di acqua attirando un numero maggiore di insetti che portano la pianta (già in sofferenza) a numerose malattie. Un albero capitozzato è, oltre al resto, un albero danneggiato esteticamente.

…ma allora PERCHé CAPITOZZARE?

E’ una domanda che mi pongo frequentemente anche io; alcuni proprietari chiedono di rovinare i propri alberi con la finalità di avere la vista sul paesaggio nascosto, per lo “sporco” causato dalle foglie che cadono, per il vicino che non vuole che l’albero invada l’immaginario confine che ci creiamo e nella maggior parte dei casi per paura dell’albero stesso, comprensibile, ma non è il fine che giustifica i mezzi. Gli operatori capitozzano per mancanza di competenza e con la falsa credenza di un risparmio economico per il cliente, cosa peraltro contraria in quanto un danno al patrimonio arboreo è un vero danno economico. 

L’invito è quello di ascoltare una persona qualificata e far valutare visivamente l’albero prima di scelte avventate, in alcuni casi è possibile mediare su alcune problematiche senza danneggiare la pianta; nel caso in cui ciò non fosse possibile sono convinto che prima di capitozzare sia più opportuno sostituire l’albero con nuovi alberi più adatti.

Informare è la prima vera sfida dell’arboricoltura, educando sarà possibile fermare queste pratiche e stimolare una mentalità differente attenta e sensibile alla cultura per il verde.